l'importanza di chiamarsi Ernesto e di essere mancini. Per un approccio connessionista complesso ai disturbi specifici dell'apprendimento (DSA)

Pubblicato: 8 gennaio 2020
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Se un bambino, entro l'età di 24 mesi, non ha raggiunto una corretta deambulazione, nessun riabilitatore porrà la diagnosi di dis-deambulazione. Il comportamento osservato è considerato il prezioso indicatore di altro. Fondamentale è comprendere il significato di quel com-portamento inatteso all'interno del processo di sviluppo di cui il sistema mente-corpo è mezzo ed indicatore. Curiosamente così non avviene se un bambino, entro l'età di 7/8 anni, non sviluppa le funzioni di scrittura e lettura sia con lettere (disgrafia, dislessia) che con cifre (discalculia). Come sostiene Oliver Sachs, il comportamento anomalo è la via per comprendere il modo in cui un soggetto ha risolto i problemi generati da una eventuale patologia che potrà essere compresa proprio grazie all'espressione sintomatica. Nel presente lavoro si sostiene che l'approccio ufficiale e più diffuso ai disturbi specifici dell'apprendimento (DSA) non solo non consente un valido aiuto ai bambini cui viene dia-gnosticato, ma rappresenta anche un palese "errore di prospettiva" rispetto ad un approccio scientifico rigoroso. Viene inoltre indicato un metodo coerente con le premesse delle scienze della complessità che consente un intervento preventivo e spesso risolutivo prima dell'accesso alla Scuola primaria, tra il 4° e 5° anno di vita.

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Gandolfi, M. (2020). l’importanza di chiamarsi Ernesto e di essere mancini. Per un approccio connessionista complesso ai disturbi specifici dell’apprendimento (DSA). Ricerca Psicoanalitica, 29(2), 53–73. https://doi.org/10.4081/rp.2018.129

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