Conoscere e contrastare il radicalismo islamico: profilo geopolitico, criminologico e annesse buone pratiche di contrasto

Il punto di partenza necessario per un"accurata analisi sul mondo del terrorismo si ritrova nella puntualizzazione delle terminologie utilizzate e, soffermandoci su quelle occidentali utilizzate per definire i movimenti islamici più estremi e militanti, alcune di esse sono risultate imprecise e devianti per coloro che valutano e operano nella realtà. Ciò risulta essere una conseguenza di una valutazione attuata ad un mondo poco conosciuto e che man mano stava, in maniera repentina, acquisendo sempre più clamore. Di conseguenza, i mezzi di comunicazione occidentali hanno attinto a termini già conosciuti: "fondamentalismo", "integralismo" sono termini che sono stati già utilizzati in passato (integralismo cattolico o fondamentalismo protestante) e che sono stati "riciclati" per descrivere i suddetti movimenti islamici più estremi. Tuttavia, i termini sopracitati non riflettono a pieno la realtà. Gli esperti non ne condividono l'utilizzo. Maggiore successo sembra avere il termine "radicalismo" che risulta essere più consono e attinente al pensiero dei suddetti movimenti, ovvero quello di volere un "ritorno alle radici". Diversi conoscitori del mondo islamico, definiscono la radicalizzazione come "il processo attraverso il quale si adotta un sistema di valori estremista, inclusa la volontà di usare, supportare o facilitare la violenza come metodo per il cambiamento sociale". Nonostante diverse definizioni del concetto di radicalizzazione, come nel caso del terrorismo, non esiste una definizione internazionale. Difatti, per gli studiosi della materia risulta essere difficile tanto darne una definizione univoca quanto stabilire le motivazioni che avvicinano l'individuo alla stessa idea estremista.

[1]Rover V, rischio sociale e sicurezza nazionale: il radicalismo islamico. Analisi della sua origine, teorizzazioni e possibili riflessi sulla sicurezza nazionale. Gnosis n.2.

(http://gnosis.aisi.gov.it/sito/Rivista2.nsf/ServNavig/4)

[2]Allan, H.; Glazzard A., Jesperson, S., Reddy-Tumu, S., Winterbotham E., Drivers of violent extremism, hypotheses and literature review, Royal United Service Institute (RUSI), 2015.

(https://bit.ly/2LTgeHv.)