ROBERT PEEL E LA RIFORMA DOGANALE DEL 1846: DALL’ABOLIZIONE DELLE CORN LAWS ALL’ETÀ DEL FREE TRADE

Pubblicato: 17 dicembre 2024
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Il saggio cerca di mettere in luce il ruolo del primo ministro conservatore Robert Peel nell'affermare i principi del libero scambio nella politica britannica. Il XIX secolo ha visto il fiorire del liberalismo nella teoria economica e l'emergere del moderno protezionismo nelle politiche commerciali. Paul Bairoch descrive quell'epoca come “un oceano di protezionismo che circondava poche isole liberiste”. Un punto di svolta in questo processo è la storica abolizione della Corn Laws il 15 maggio 1846. Quella data è giustamente considerata l'inizio dell'era del libero scambio. In Gran Bretagna, la lotta politica tra i sostenitori del liberalismo e quelli del protezionismo iniziò all'indomani della fine delle guerre napoleoniche. Le Corn Laws, introdotte nel 1815, proibivano l'importazione di grano; un ostacolo al libero commercio rimaneva la pesante protezione concessa all'agricoltura nazionale. Nel 1846 Peel abolì le Corn Laws dopo anni di dibattiti sorti all'interno del Paese e del Partito Conservatore, lo stesso partito che si era presentato agli elettori come sostenitore del protezionismo. Da quel momento in poi, tutti i governi britannici perseguiranno una politica commerciale di laissez-faire, trasformandosi sempre più in un'economia aperta. L'articolo affronta le motivazioni, sia teoriche che pratiche, che spinsero Robert Peel a seguire la strada del libero scambio, dividendo di fatto il suo partito tra sostenitori e oppositori del liberalismo. O'Rourke e Williamson si sono infatti chiesti perché Peel abbia scelto l'abrogazione delle Corn Laws, minando di fatto la sua carriera politica. Elementi centrali dell'azione di governo di Peel furono, da un lato, la convinzione dei benefici apportati al sistema economico dalla liberalizzazione del commercio e, dall'altro, il realismo politico di fronte all'incombente carestia in Irlanda. Divenuto un campione del liberalismo, Peel andò contro il suo stesso partito in quanto comprese l'efficacia del libero scambio nel far superare al Paese quella fase di stagnazione, aggravata dalla situazione irlandese. Nel dibattito è evidente anche il ruolo crescente assunto dai gruppi di interesse nelle scelte politiche e soprattutto nell'opinione pubblica britannica, sia quelli che sostenevano le classi agricole ormai in declino, sia quelli che sostenevano le classi manifatturiere in ascesa. Nell'estate del 1845, il tempo inclemente e il disastroso raccolto di patate in Irlanda accelerarono il processo di liberalizzazione. La riforma doganale stimolò direttamente e indirettamente il commercio internazionale, concretizzandosi nella ratifica del trattato commerciale anglo-francese del 1860. Il trattato, seguito da una serie di trattati analoghi, determinò un vero e proprio disarmo tariffario sul Continente, raggiungendo il punto più alto del liberalismo europeo, tanto da aprire una nuova fase nella storia delle relazioni diplomatiche e commerciali: l'età del libero scambio. Infine, si vuole mettere in luce come le riforme del governo Peel misero in pratica le teorie degli economisti del suo tempo, in particolare gli scritti di Frederic Bastiat e i discorsi di Richard Cobden, leader della Anti Corn Laws League, attuando quella completa libertà di commercio che, aprendo il mercato alle forze della libera impresa competitiva, perseguiva l'ideale della pace tra le nazioni attraverso il libero scambio.

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Pintaudi, V. (2024). ROBERT PEEL E LA RIFORMA DOGANALE DEL 1846: DALL’ABOLIZIONE DELLE CORN LAWS ALL’ETÀ DEL FREE TRADE. Il Politico, 261(2), 160–173. https://doi.org/10.4081/ilpolitico.2024.988