BERTRAND RUSSELL: THE IDEA OF A WORLD GOVERNMENT

L’idea di un governo mondiale fu approfondita da Bertrand Russell (1872-1970) soprattutto negli anni Cinquanta, in concomitanza con l’escalation della Guerra Fredda, anche se essa affondò le sue radici in alcuni scritti pubblicati durante il primo conflitto mondiale. Se escludiamo il breve periodo successivo alla Rivoluzione russa, in cui egli sposò la causa dell’internazionalismo socialista, tale idea assunse una connotazione marcatamente federale; il suo modello di Federazione mondiale fu riconducibile soprattutto al progetto di Ely Culbertson (1943), ma altrettanto evidente fu l’influenza esercitata dagli autori de The Federalist Papers (1788). Fin dai primi anni Cinquanta, Russell auspicò una riforma istituzionale dell’ONU, dal momento che il Consiglio di Sicurezza non avrebbe potuto diventare il germe di un governo mondiale a causa del potere di veto dei suoi Stati membri; come in occasione della sua critica alla Società delle Nazioni, il filosofo britannico sostenne le idee di quanti, nel corso dei secoli, avevano interpretato le relazioni internazionali a partire dall’analogia secondo cui gli Stati potevano essere considerati come cittadini appartenenti a una medesima comunità; da qui la necessità di trasferire il tradizionale modello giusnaturalistico dal livello individuale a quello interstatale, poiché i singoli Paesi si trovavano ancora in una sorta di stato di natura potenzialmente bellicoso. Attraverso la sua idea del governo mondiale, egli applicò il contrattualismo hobbesiano in senso kantiano attribuendogli un valore cosmopolita.